venerdì 26 aprile 2013

Recensione: Colpa delle stelle di John Green

Titolo: Colpa delle stelle
Autore: John Green
Editore: Rizzoli
Pagine: 346 pag.
Collana: Narrativa
ISBN: 9788817060578



Trama: Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.



Voto: 5/5


La mia recensione:

Suppongo sia un luogo comune (soprattutto nel caso di questo libro) dire "questa recensione è proprio difficile", ma questa volta non saprei descriverla in altri termini. È difficile, è difficile anche lasciare lì quel 5, perché non se lo merita e se lo merita allo stesso momento. Sì, sono presa da dubbi esistenziali, attacchi di panico, crisi mistiche (?).

A parte gli scherzi, voglio introdurvi questo romanzo che, come per Proibito (qui la mia recensione), o lo si ama o lo si odia, non si può rimanere indifferenti davanti al libro di Green. Io sono tra coloro che lo hanno amato, perché sono andata oltre alla storia, oltre alle informazioni e oltre ad alcune assurdità che esso contiene, per soffermarmi solo e soltanto a ciò che ho provato.

D'accordo, d'accordo, la farò un po' più semplice. Colpa delle stelle parla di due ragazzi, Hazel e Augustus, che per caso si incontrano ad una riunione di un gruppo di auto-mutuo-aiuto per ragazzi malati (o ex malati) di cancro, in qualunque forma. Hazel è stata malata per anni, vive a stretto contatto con il suo carrellino e si definisce una granata pronta ad esplodere. Augustus, invece, dal suo cancro si è salvato, pur avendoci rimesso una gamba.

In queste situazioni, si sa, nulla è da dare mai per scontato. I numeri, quando si ha a che fare con il cancro, non sono mai certezze, le percentuali sono solo abbozzi, la vita è tutt'altra cosa. Hazel, così concreta e con i piedi per terra, lo sa bene e bada bene a non dimenticarlo. Augustus si sente in difetto, in difetto per quella sua guarigione e per la condizione tragica dei ragazzi del gruppo, così come quella di Hazel. Non per questo, però, si lascia bloccare e fa di tutto affinché Hazel faccia parte della sua vita.

Il rapporto tra Hazel e Augustus è di sostegno reciproco ed è questo, forse, che mi ha fatto amare davvero il romanzo. Questa idea del poter andare avanti sostenendosi, come due zoppi che si compensano con l'unica gamba buona.Voglio riportarvi una delle parti che mi ha più colpito:

"Sono innamorato di te, e non sono il tipo da negare a me stesso il semplice piacere di dire cose vere. Sono innamorato di te e so che l'amore non è che un grido nel vuoto e che l'oblio è inevitabile e che siamo tutti dannati e che verrà un giorno in cui tutti i nostri sforzi saranno ridotti in polvere e so che il sole inghiottirà l'unica terra che avremo mai e sono innamorato di te".

Vi ho accennato a delle assurdità, all'inizio, perché secondo me ci sono molti elementi che rendono la storia inverosimile. Non mi è piaciuto il personaggio di Van Houten, lo scrittore, perché l'ho trovato meschino, troppo artificioso e la scena dell'Olanda (sto cercando di evitare gli spoiler), per quanto possa essere considerata romantica, l'ho odiata. Non mi è piaciuta, è stato davvero troppo, avrei preferito il taglio preso all'inizio.

Forse 5 è troppo, ma per come mi ha fatta sentire dopo (svuotata e un po' paranoica, ma comunque pseudo innamorata) credo sia un libro degno di essere letto. Certo, questa mia recensione non è altro che una goccia nell'oceano, ma non posso che consigliarvelo (se siete ultra masochisti come me e amate soffrire per un libro xD).


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6 commenti:

  1. Erika, ho pensato le stesse cose quando l'ho letto. Io di stelline ne ho date quattro, ma solo perché adoro Green a prescindere. Per me, infatti, questo non è il migliore dei suoi romanzi, purtroppo: anch'io non ho sopportato la parte dell'Olanda e ho trovato alcuni personaggi troppo "Alleniani", caricaturali, nevrotici. Mi sembrava finto: come se giocasse a farsi l'intellettualoide. Poi, nella parte finale, quando Green non si proccupa più di distaccarsi dalle solite "cancer stories" alla Sparks, l'ho adorato e ho sofferto come un cane insieme ai protagonisti. Perdona il papiro :P
    Buon WE!

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    1. Non, non te lo perdono perché mi è piaciuto tanto *O*
      Lo so, 5 sono troppe, me ne rendo conto, ma quando l'ho terminato ho pensato che fosse l'unico voto che avrei potuto dargli. Insomma, questo libro mi ha aiutata. Però, effettivamente, come stile mi è piaciuto di più Città di carta (che è di una banalità spiazzante, ma l'ho trovato scritto meravigliosamente) e sto aspettando di leggere Cercando Alaska.
      Quale mi consigli in particolare di Green?
      Buon weekend anche a te! :D

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  2. Concordo con quello che hai scritto ma cinque gliel'ho dato anch'io...mi è piaciuto moltissimo lo stesso e l'ho finito alle 2 di notte con gli occhi gonfi di lacrime >.<

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    1. Ti capisco... Io l'ho letto in un pomeriggio ç___ç

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  3. Diverse persone me lo hanno consigliato. Alle volte sono sul punto di cedere e comprarlo ma per quest'anno ho raggiunto la mia dote di masochismo con Io prima di te e non so se riuscirei a sopportare anche la cascata di emozioni che a quanto pare mi travolgerebbe leggendo Colpa delle stelle. Il prossimo anno magari.

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  4. Anche io sono molto curiosa su questo libro, però devo aspettare il momento giusto!!!!!

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