mercoledì 28 marzo 2012

Recensione: Conta le stelle di Lois Lowry


Titolo: Conta le stelle
Autore: Lois Lowry
Editore: Giunti Editore
Pagine: 144 pag.
Collana: Extra
ISBN: 9788809759015

Trama: Annemarie vive con i genitori e la sorellina minore a Copeenaghen. La sua esistenza scorre normale fino a che la città non si riempie di soldati e i genitori della sua migliore amica, Ellen, sono costretti a fuggire. È il 1943 e anche la Danimarca comincia a conoscere la persecuzione degli Ebrei. Annemarie non capisce, non comprende la paura che la anima ogni volta che incontra un giovane tedesco, non comprende perché la città improvvisamente ha perso i suoi colori e la sua aria tersa, non comprende perché i suoi genitori bisbiglino e non vogliano mai parlare dell'incidente mortale che ha strappato alla famiglia la sorella maggiore Lise.

Voto: 3/5

La mia recensione:

Sapevo che non aveva niente a che fare
con la saga di The Giver.
Se avevo letto di un futuro immaginario,
l'avevo dimenticato immergendomi nel passato.

Ebbene sì, rieccomi con una nuova recensione che ha come "protagonista" Lois Lowry, una scrittrice di indiscusso talento. Voglio mettere le mani davanti e spiegarmi subito del perché di un voto "nella media". Conta le stelle non può essere considerato un vero e proprio libro, ma bensì un racconto e, per quanto io ne abbia tenuto conto, non mi sono sentita di dare un voto più alto.

Annemarie è solo una bambina.
Vive a Copeenaghen con i suoi genitori,
non è di razza ebrea, ma non gli sono simpatici
i soldati tedeschi.
Men che meno quando scopre che la sua amica,
Ellen, è in pericolo.

Ellen è di razza ebrea, in una Copeenaghen del 1943 viene considerato uno sbaglio, un difetto. Nel 1943, infatti, la Danimarca viene occupata dai soldati nazisti che, in un primo momento, pattugliano solamente le strade, in cerca di possibili traditori, ma successivamente, con l'emanazione delle leggi razziali, saranno costretti a prelevare tutti gli ebrei dalle loro case.

Il libro racconta proprio di questo cambio repentino nella vita di queste bambine, visto dal punto di vista di Annemarie, 10 anni di razza non ebrea. Annemarie aveva una sorella, Lise, che per colpa di un incidente muore poco prima delle sue nozze. È proprio la morte di Lise a salvare Ellen: quando i genitori della bambina sono costretti a fuggire, lei verrà protetta dalla famiglia di Annemarie che le daranno l'identità della defunta Lise.

Annemarie, sua madre ed Ellen fuggono in campagna, dallo zio, dove sanno che potranno trovare rifugio, lontano dagli occhi indiscreti di quei temibili soldati. Li, senza che lei lo sappia, avvengono le manovre della resistenza. 

La sua famiglia, infatti, è Danese, con la D maiuscola. Il popolo danese rispetta il suo principe, il popolo danese è unito e ha come obiettivo comune quello di liberare la Danimarca ed eventualmente morire mentre ci prova. Annemarie, stupita da tutto ciò, si rende conto che anche lei si sente Danese e che anche lei ha il coraggio di morire per la propria patria.

La nuova consapevolezza le darà il vigore adatto ad affrontare un piccolo ma importante compito: senza di lei, infatti, Ellen e la sua famiglia potrebbero essere scoperti e deportati.
Un racconto senza tante pretese che si presenta in un linguaggio assolutamente fluido, tenero e ingenuo. Una piccola pillola tra i romanzi di guerra che racconta un'amicizia fantastica e una storia di speranza.

2 commenti:

  1. mi potreste dire come finisce il racconto???? ?sono curiosa !!!!!!!!!!
    grazie :)

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    1. Ti consiglio vivamente di leggere il libro... Sono poche pagine e si leggono davvero molto velocemente, quindi ne vale la pena! Sappi che è un libro che dà speranza, a me è piaciuto tanto per quello :D

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