martedì 7 febbraio 2012

Recensione: Amaranth di Eva Mori


Titolo: Amaranth
Autore: Eva Mori
Editore: Aletti Editore
Pagine: 272 pag.
Collana: Gli Emersi - Narrativa
ISBN: 9788864981680

Trama: "Amaranth" è una fiaba. 
Come tale, questo romanzo narra di un meraviglioso principe e della sua altrettanto splendida principessa.
Con una particolarità, però: sia il principe che la principessa, nel caso specifico, sono due ragazzi; due maschi, appena adolescenti.
Per una serie di combinazioni della sorte, infatti, i protagonisti, Rick e Mina, si ritroveranno ad essere marito e moglie appena undicenni, entrambi inconsapevoli del vero sesso di uno di loro.
Ci troviamo in un XIV secolo che l'autrice si impegna a rappresentare nella maniera più attinente possibile alla storia del basso Medioevo. 
Non mancheranno gli intrighi, né una leggera venatura comica; ma neppure tutti i limiti relativi alle conoscenze mediche, alle superstizioni, alla chiusura mentale.
Un Medioevo non poi così distante dal secolo in cui viviamo, dunque.
Attraverso i quattro anni durante i quali gli eventi si svolgono, il lettore potrà assistere alla crescita fisica e mentale dei due ragazzi, comprensiva di ogni sorta di scoperta, tragedie sfiorate o meno, gioie immense.
Insieme a Rick e Mina/Wilhelm evolverà non solo il loro amore, ma anche il linguaggio ed il tono via via sempre meno infantile che la narrazione acquisterà.
Si tratta quindi di una favola "adulta", che si rivolge idealmente ad un pubblico femminile sopra i quattordici anni. Così come a chi, pur non essendo più bambino, desideri ancora lasciarsi trasportare in un'atmosfera fiabesca e velatamente gotica; dove, al di sopra di ogni evento progettato dall'uomo, l'Amore, al pari dell'ineluttabilità della Morte, finisca col dimostrarsi sempre la forza più potente: l'unico vero sovrano di ogni regno ed ogni tempo.

Voto: 1/5

La mia recensione:

Ero assolutamente consapevole
che il tema trattato fosse l'omosessualità.
Non mi dava fastidio l'idea,
la scelta era ponderata proprio su quello.

Non ci siamo proprio. Mi dispiace tanto per questo libro che ho trovato davvero promettente, all'inizio. È stata una tortura finirlo e nel frattempo ne leggevo un altro per "svagarmi" la testa.
L'amica che me l'ha prestato è arrabbiatissima per questa recensione perché è uno dei suoi libri preferiti: mi dispiace, ma non può prendere più di 1/5. Lo dico in modo molto obiettivo.

Mina è stata promessa al suo principe prima ancora di nascere.
Rifiutata sia dal padre che dai fratelli, a Mina rimane solo più Rick, il suo promesso.
Peccato che Mina sia un ragazzo proprio come Rick.

A Rick non era stata data la possibilità di scegliere sua moglie.
Quando conosce Mina, però, non c'è nient'altro che lei.
Ma quando scopre che Mina in realtà è Wilhelm,
farà di tutto per proteggere sua moglie.

I primi capitoli del libro non sono male, qualche problema nella forma e in alcune frasi che non reggono, ma comunque una lettura piacevole, che racconta la storia di questi due "bambini".
La storia narra che I re Gerhard Turn Und Uppert e Jurgen Von Wettin, per mettere fine alla sanguinosa guerra che da anni mieteva vittime tra i loro regni, decisero di promettere in sposi i propri figli, prima ancora della loro nascita. Fu così che lo sbaglio cominciò: era stato previsto che a re Jurgen sarebbe nata una bambina, mentre re Gerhard avrebbe avuto un maschietto. 

La previsione fu errata e per evitare che la guerra scoppiasse nuovamente, re Jurgen decise di far crescere Wilhelm come una qualunque bambina: l'avrebbe uccisa dopo il matrimonio e nessuno avrebbe mai scoperto l'inganno.

Mina e Rick, dopo il matrimonio, si innamorano davvero l'uno dell'altra. Rick rimane estasiato dalla bellezza di Mina e lei adora passare del tempo con lui giocando, cavalcando e crescendo come una vera principessa.
Re Jurgen, conscio dell'effettiva natura di Mina, non la considera. Il fatto che la moglie fosse morta di parto, poi, rende la bambina automaticamente colpevole. 

Dopo la sparizione di Rudi, il fratello prediletto di Mina, l'omicidio di Re Jurgen e la scoperta di Rick, le cose nella vita dei ragazzi cambiano. Mina, totalmente inconsapevole di essere un ragazzo, ama Rick come qualunque brava moglie e idealizza il loro futuro, pieno di eredi. Rick, consapevole del vero sesso della moglie, le nasconde la verità: non può rischiare che Mina soffra per qualcosa che non ha commesso.

Ma la verità torna sempre a galla. Mina scopre di essere in realtà Wilhelm e non vorrà più le sue vesti di principessa, così comincia un lungo periodo "nero" con Rick: lui ha sposato Mina e per quanto voglia bene a Wilhelm, il popolo si aspetta una principessa.

Wilhelm, preso da un'impeto di rabbia e tristezza, scappa in Italia, dopo aver ritrovato il fratello perduto. Lì vivrà delle disavventure terribili per la sua coscienza e capirà che cosa vuole davvero. Un finale decisamente positivo conclude il romanzo.

La storia in sé è carina, ma ci sono troppe cose che non vanno. Ho letto su internet che questa era inizialmente una fanfiction, ma visto che è stata pubblicata diventa automaticamente un libro, perciò alcune espressioni utilizzate dall'autrice e alcune frasi dovevano essere corrette. Non parlo di errori di ortografia, quanto di sintassi e forma.

La storia, per quanto emozionante, viene banalizzata ai massimi livelli. I personaggi, Mina e Rudi in particolare, si esprimono in modo ridicolo, utilizzando nomignoli e soprannomi inopportuni, che distruggono l'intera trama. L'ambientazione, poi, non esiste. Il medioevo mi chiedo dove sia: forse nei nomi tedeschi e nella descrizione del castello, ma anche quelli sono deboli!

Mi dispiace aver cominciato il 2012 con una lettura del genere. Ve lo sconsiglio vivamente, non mi ha emozionata per niente e, anzi, mi è sembrato un insulto all'omosessualità vera e propria. Se stavate pensando di leggerlo, cambiate libro.



2 commenti:

  1. L'hai postata!!!! XD fantastica, finalmente un po' di perfidia!!! XD questo romanzo non mi ispirava granché prima, e non era nella mia Wishlist, per cui non credo lo leggerò, ma comunque bella recensione :)

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  2. Credimi, non è perfidia, sono stata solo molto (molto) sincera. Non leggerlo, davvero, c'è di meglio...

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